"La crisi attuale della pittura astratta nasce dalla difficoltà di conciliare il suo livello più propriamente formale con la pienezza dei sentimenti perseguita dalla pittura emotiva.
Il lavoro di Bruno Pinto, tra i più icastici che sia dato vedere, prende coscienza della conflittualità di queste due tendenze e le costringe in opere di una intensità percettiva degna di un Arshile Gorky o un De Stael. Se il dispiegarsi del segno ricorda le sofferte e scomode linee di Van Gogh, la decisione, magistrale, del tessuto del quadro realizza valori, anche in termini di colore, che evocano forme misteriose ricorrenti e irriducibili.
Il lavoro di Bruno Pinto ci getta immediatamente nella verità più autentica della pittura stessa: in quella ricerca senza fine del significato della nostra esistenza in cui si risolve la grande Arte, qualunque essa sia."
Mark di Suvero, in Cat. Bruno Pinto. Paintings. Sutton Gallery, New York, settembre 1981
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