Bruno Pinto nasce a Roma il 20 agosto del 1935 e muore a Sasso Marconi (Bologna) il 24 novembre 2018.
Irregolare negli studi, con il maestro Francesco Cretara, artista e direttore della Scuola Rinascita di Roma, impara a dipingere e ad usare le tecniche grafiche. Alcune sue acqueforti sono esposte alla Quadriennale di Roma del 1955 e vengono acquisite dalla Calcografia Nazionale. Dopo varie esperienze inizia a lavorare come artista pubblicitario presso l’American Advertising Agency. Viaggia a Londra e Parigi entrando in contatto con artisti come henry Moore e Gino Severini.
Agli inizi degli anni Sessanta abbandona la pittura per vivere con altri amici come Manfredi Lanza, Sandro Baldini e suo fratello Enrico, artista e orafo, un’esperienza comunitaria e di ricerca identitaria nella campagna tra Arezzo e Anghiari.
Dopo l’esperienza rifondante de “La Valle” si trasferisce nell’Abbazia di Monteveglio nei pressi Bologna su invito di Giuseppe Dossetti, giurista e politico cattolico che partecipò ai lavori della Costituente. Nel 1966 Bruno Pinto ritorna alla pittura realizzando “Il Ceppo” vero e proprio snodo della sua poetica. Carlo Ludovico Ragghianti cura nel 1971 la sua prima personale a “La Strozzina” di Palazzo Strozzi e Firenze, esposizione riproposta l’anno seguente al centro Arti Visive di Palazzo dei Diamanti a Ferrara, alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Tra il 1980 e il 1982 vive a New York ospite della scultore Mark di Suvero, nel 1981 realizzerà nella metropoli americana una personale presso la Sutton Gallery. Nel 1992 realizza una grande antologica a Palazzo Pepoli Campogrande a Bologna e l’anno seguente presso la galleria Forni Tendenze. Successivamente le sue opere vengono acquisite da importanti collezioni pubbliche.
Nel 2003 la Galleria d’Arte Moderna di Bologna gli dedica una grande antologica curata da Peter Weiermaier. La Fondazione Mazzotta a Milano ospita una sua mostra antologica nel 2005, mentre nello stesso anno la Galleria milanese Bruno Grossetti lo espone in Arte Fiera a Bologna. Nel 2012 presso il Palazzo Ducale di Pavullo si tiene una sua personale e nel 2015 il MAMbo di Bologna presenta una sua personale in occasione della donazione da parte di Lorenzo Sassoli de’ Bianchi di sua opera fondamentale, “Il ceppo” del 1966, alla collezione permanente del museo.
Artista, scrittore e filosofo Bruno Pinto ha avuto rapporti e corrispondenze con personaggi della cultura mondiale da Omar Calabrese a Voskovic Rojo, da Elemire Zolla a Julius Evola, da Massimo Cacciari a Jean Soldini.
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